Rapiniamo il Duce

Milano, nella primavera del 45, è ridotta in rovine. La guerra è quasi giunta al termine: Alleati e Resistenza stanno per spazzare via definitivamente ciò che resta di un regime ormai pronto a darsi alla fuga. Isola, contrabbandiere del mercato nero, fa di tutto per sopravvivere, così come la sua fidanzata clandestina Yvonne, che canta nell’unico locale notturno rimasto aperto in città ed è costretta a sopportare le attenzioni di un gerarca fascista. Un giorno, Isola e i suoi compagni intercettano un messaggio cifrato che rivela dove Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro: nella “zona nera” di Milano, dove sta aspettando di organizzare la sua fuga verso la Svizzera per evitare la cattura da parte dei partigiani. Isola non può perdere l’opportunità di fare la rapina più grande della storia e organizza tutto nei minimi dettagli. Tuttavia, non sarà facile attuare il piano e l’unica opzione potrebbe essere quella di rapire il Duce e farsi condurre da lui fino al tesoro nascosto.

 

Forse non tutti sanno che diverse scene di questo film ambientato in Lombardia sono state girate in Friuli Venezia Giulia: la stessa “zona nera” di Milano altro non è che l’area di Porto Vecchio e di Palazzo Carciotti. La regione è protagonista anche delle ultime suggestive scene del film, a cui fa da sfondo la natura incontaminata dei laghi di Fusine, in comune di Tarvisio. Si tratta di due laghi di origine glaciale, uno superiore e l’altro inferiore, collegati da un sistema sotterraneo di acque; questo ambiente è uno dei più freddi d’Italia e lo sa bene chi lo visita in inverno, quando può ammirare lo spettacolo dei cristalli sulla superficie gelata dei bacini e la coltre bianca che copre il bosco circostante.

 

I laghi sono punto di partenza anche per bellissime passeggiate nella natura, accessibili a tutti, compreso il sentiero che porta al Rifugio Zacchi, punto panoramico di ristoro e riposo, a cui si arriva attraverso una carrareccia di servizio.